Andreino

La prima volta che ho visto Andreino è stato al circolo “Il Faro”, il campo dell’ASD CCCP1987, dove ho giocato prima ed allenato poi, per quasi 15 anni. Lui era a bordo campo, sulla sua carrozzina piena di adesivi e urlava a squarciagola, attaccato alla rete, incitando la nostra squadra e soprattutto Emanuele, suo cugino, detto “Lele Bruno” che quel giorno, senza saperlo, ha cambiato la vita di Andrea, che per tutti, da allora, è diventato “Andreino”.

Perchè Andreino? forse perchè tutti lo vedevamo piccolo, apparentemente indifeso, legato su quella sedie a rotelle, per evitare che i movimenti involontari della tetraparesi spastica lo facessero cadere. Ma le sue urla, le vene gonfie del collo, quelle dita serrate sulla rete, lasciavano intravedere molto altro, una forza, uno spirito, una carica che ai miei occhi ed a quelli di coloro che gli erano intorno, facevano quasi sparire quella carrozzina.

Oggi ripensando a quel giorno, mi viene in mente la canzone di De Gregori, la leva calcistica della classe ’68 “…il ragazzo si farà…” e così è stato. Oggi Andrea è un ragazzo di 23 anni, con un’intelligenza acuta, una grinta ed una costanza fuori dal normale, una voglia di vivere che stupisce; De Gregori diceva: ” un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia” e ad Andrea non manca niente di tutto ciò.

Allenatore di calcio a 5, ex giocatore di basket, entrato di recente nel mondo delle bocce e del foot volley, appassionato di tatuaggi e filosofia, super tifoso della Roma, sempre in giro e circondato da tanti amici che gli vogliono bene, anche perchè è quasi impossibile non volergliene. Per conferme in materia chiedere a mister Luciano Spalletti che nel 2007, quando era allenatore della Roma, rimase letteralmente stregato dal Andrea, dalla sua spontaneità e soprattutto dalla sua carica. Lo soprannominò “il principino”, perchè a Trigoria, al suo passaggio, tutti gli spalancavano le porte. Si ancora una volta quel “ino”, una sorta di barriera, di scudo, di cui oggi Andrea, non ha più bisogno.

La battaglia quotidiana che la vita gli ha riservato non è un ostacolo, è una palestra, una sfida continua, come la scuola, dove si è dovuto battere insieme alla sua famiglia, per poter fare un percorso di studi “normale”, che gli consentisse di diplomarsi prima e di frequentare poi l’università. Per farlo è stato costretto a cambiare scuola e a frequentare un istituto privato, dove si è brillantemente diplomato col voto di 98/100esimi. Pochi mesi fa ha raggiunto un altro incredibile traguardo: la laurea triennale in scienze motorie. Il prossimo obiettivo ovviamente è la laurea magistrale, perchè Andrea ha ben chiaro qual è la strada che vuole percorrere e guarda sempre lontano.

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