It’s a Mind Game

La Dream World Cup è il campionato del mondo di calcio a 5 per persone con problemi di salute mentale, promossa dall’International Football Committee For Mental Health (IFCMH) ed organizzata dall’associazione no profit ECOS, European Culture and Sport Organization.

Questo reportage ripercorre i passi della partecipazione della Nazionale Italiana (dalle selezioni per la scelta della rosa, alla vittoria finale!) alla seconda edizione della manifestazione, tenutasi a Roma dal 13 al 16 maggio 2018, in occasione del quarantesimo anniversario della legge Basaglia. E’ stato un grande evento sportivo mondiale con nove squadre nazionali di calcio a 5 provenienti da tutto il mondo: Argentina, Cile, Francia, Giappone, Italia, Perù, Spagna, Ucraina e Ungheria. Un grande evento sociale che ha coinvolto per la prima volta 150 pazienti psichiatrici, circa 200 organizzazioni tra associazioni sportive, strutture sanitarie e centri di salute mentale dei vari paesi partecipanti. Tutti insieme sono scesi in campo, da una parte, per combattere lo stigma, le discriminazioni, i luoghi comuni, gli stereotipi che contribuiscono alla marginalità e all’esclusione, dall’altra per dimostrare la grande efficacia dello sport nei percorsi di riabilitazione psichiatrica e ribadire che questi ragazzi possono fare sport come e meglio dei “presunti sani”.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità sostiene che in tutto il mondo sono circa 450 milioni le persone che ogni anno soffrono di disturbi psichici, mentre una persona su quattro soffre di un problema di natura psichica nell’arco della vita. È un dato di fatto che appena una persona inizia a manifestare una sofferenza mentale tende ad autoescludersi dalle situazioni protettive, fino addirittura a perderne il diritto: così, nei gravi disturbi psichiatrici, la persona si trova ad essere esclusa da opportunità lavorative, abitative, da relazioni sociali adeguate, da attività ricreative, artistiche e sportive, fino a non riuscire ad accedere alle cure adeguate per il proprio disturbo ed alla relativa tutela. La società civile ha punti di vista stereotipati sulla malattia mentale e sui soggetti colpiti, credendo che questi siano violenti e pericolosi, quando in realtà sono più vulnerabili al rischio di essere attaccati o di procurarsi del male, rispetto al nuocere ad altre persone.

Negli ultimi decenni, numerosi studi scientifici hanno dimostrato come lo sport e l’attività fisica agiscano come un vero e proprio trattamento complementare agli psicofarmaci e svolgano un ruolo importante nella prevenzione della malattia mentale. Tuttavia i movimenti sportivi Paraolimpici e Special Olimpics, hanno, ad oggi, criteri di eleggibilità che non consentono la partecipazione dei pazienti psichiatrici alle competizioni sportive internazionali ufficialmente riconosciute, poiché prevedono un QI < 70 rilevato in età evolutiva, escludendo tutte le persone con un disagio relazionale o un deficit intellettivo funzionale e conseguente a patologia psichiatrica.

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